A differenza di altri costruttori di auto da corsa, alla
fine degli anni cinquanta, gli ingegneri Porsche preferirono basarsi sulla
realizzazione di un telaio leggero ed autoportante, con una carrozzeria aerodinamica
in alluminio al fine di ottimizzare la frenata, i consumi di carburante e
l'usura dei pneumatici, e migliorare l’accelerazione. Questa formula dimostrò
di essere molto efficace, e le 550 vinsero alla 24 Ore di Le Mans, alla Mille
Miglia, ed alla 1000km di Nürburgring. In seguito, la 550A , la RS 550/1500, e la RSK del 1957 avrebbero consolidato il dominio
delle Porsche su circuiti di tutto il mondo.
I modelli RS60 ed RS61 rappresentavano lo sviluppo finale
sulla base delle Spyder. A causa dei nuovi regolamenti imposti dalla FIA, queste
macchine erano notevolmente diverse dalle precedenti, infatti era presenti porte
e parabrezza più grandi, un abitacolo allargato, e lo spazio per una valigia! Queste
vetture, (conosciuta come Tipo 718), avevano un telaio tubolare simile a quello
della RSK, ma più lungo e largo per soddisfare gli ingombri imposti dal
regolamento. L’aumento di peso venne compensato utilizzando ruote più piccole,
mentre la sospensione posteriore a doppio braccio oscillante, il motore e la trasmissione
restarono invariate. Il propulsore veniva offerto in due varianti: Tipo 547/3
di 1500cc e 166CV, e Tipo 547/4 di 1600cc e 178CV
Quattro esemplari per la squadra ufficiale, e dodici per i
concorrenti privati. La vettura debuttò e vinse alla 12 Ore di Sebring del 1960,
mentre per la Targa
Florio , vennero allestite tre vetture di cui due con nuovi
motori Tipo 547/5 da 1700cc. Una di queste concluse la gara in prima posizione
assoluta. Al Nurburgring una RS60 si piazzò al secondo posto assoluto, ma nei
lunghi rettilinei della 24 ore di Le Mans, queste spyder non poterono competere
contro le vetture di 3.0
litri di cilindrata.
Dopo un anno di successi, per la stagione 1961, la Porsche
cambiò solo il nome in… RS61.