giovedì 2 febbraio 2017

Alfa Romeo 8C 2300 Monza





Incoraggiata dal successo della 6C 1750, l’Alfa Romeo commissionò a Vittorio Jano, una vettura per le competizioni del 1931; la priorità di Jano fu data alla progettazione di un nuovo motore più grande e potente per affrontare la sempre più agguerrita concorrenza. Come per la P2 del 1924, egli optò per un 8 cilindri in linea, ricavato da due blocchi di quattro cilindri (inizialmente in acciaio, poi in alluminio) con la trasmissione per gli alberi a camme ricavata nel centro, per ridurre la lunghezza degli alberi stessi ed evitare quindi pericolosi flessioni. La potenza di questi motori, grazie anche ad un compressore Roots, era di circa 180 CV. Le sospensioni era molto convenzionali con balestre semi-ellittiche ed ammortizzatori a frizione.

Il telaio, anch’esso derivato dalla 6C, era di costruzione leggera (1000 kg), scatolato in acciaio, realizzato in due versioni: Le Mans a passo lungo (3100mm) che comprendeva il sedile posteriore obbligatorio, e il passo corto (2750mm) nelle versioni Spyder Mille Miglia, e Gran Premio. Tra il 1931 e il 1934 un totale di 188 telai vennero carrozzati da Touring e Zagato, che produssero varianti sia stradali che da competizione.

Le prime due 8C 2300 carrozzate Zagato, furono prodotte in tempo per il debutto alla Mille Miglia del 1931, portate in gara da Nuvolari ed Arcangeli. Tuttavia il debutto non fu glorioso a causa di ripetuti problemi ai pneumatici, ma se la prima gara venne offuscata dalla polvere sollevata dalla Mercedes-Benz SSK da 7100cc di Rudolf Caracciola , alla successiva Targa Florio, Nuvolari colse sotto la pioggia insistente il primo di tanti successi che si sarebbero ripetuti sulle strade italiane per tre anni di seguito. Le auto usate alla Targa Florio, erano in realtà leggermente diverse, con un passo di 2650mm e realizzate per i gran premi in attesa della “Tipo A” (la famosa bimotore). A Monza, vennero schierate sia le 8C che le Tipo A, queste ultime riservate sempre a Nuvolari ed Arcangeli. Nel corso delle prove, perse la vita Arcangeli, e Nuvolari preferì correre con la 8C, portandola al successo. I telai 2300S (Grand Prix) successivamente costruiti, sono stati indicati come “Monza” in onore di questa vittoria. Questa vettura, contraddistinta dalle tipiche feritoie sul cappuccio del radiatore, ha continuato a correre e vincere nei gran premi fino a quando venne sostituita dalla “Tipo B” nel 1932.

Dai registri di fabbrica dell’Alfa Romeo, risulta che i telai prodotti delle “Monza” siano minori delle vetture effettivamente esistenti, ma questo si spiega per il semplice fatto che allora, un giovane Enzo Ferrari era solito convertire dei telai “Spyder” in vetture da gran premi, da affidare a clienti quali Caracciola, Chiron, Sommer, Wimille, Nasturzio e Castelbarco.

Se la Bugatti 35 è passata alla storia come la macchina da corsa di maggior successo di sempre, l'Alfa Romeo 8C 2300, non fu da meno, con tre vittorie nella Mille Miglia, tre nella Targa Florio, quattro a le Mans e una vittoria al Gran Premio di Monza. La stessa vettura che era a disposizione di tutti i clienti per uso stradale.

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