lunedì 27 febbraio 2017

Mercedes-Benz 300 SL Le Mans Special (W194)


La Wagen 194-300SL corse per una sola stagione nel 1952. Vennero utilizzati 7 telai per un totale di 17 partenze in 5 corse. Il bilancio indica un dominio totale: 4 vittorie, di cui due nelle gare più importanti: 24 Ore di Le Mans e Carrera Panamericana. La sola sconfitta fu nell’altra gara importante dell’anno: la Mille Miglia, peraltro archiviate con un secondo posto. Se ci fosse stato il Campionato Mondiale Marche, la Mercedes lo avrebbe dominato.

Il ritorno alle corse non avrebbe potuto essere migliore, pur con una vettura che concedeva parecchio in potenza e caratteristiche progettuali alle Ferrari, Jaguar e Maserati. Per le Mille Miglia vennero iscritte tre vetture nella categoria Sport oltre 2.000 cc:

• Lang-Grupp, telaio 03/52, numero 626.
• Kling-Klenk, telaio 04/52, numero di gara 623.
• Caracciola-Kurrle, telaio 05/52, numero 613.

Lang uscì subito di scena per una toccata contro un paracarro che rovinò irrimediabilmente la tenuta di strada. Caracciola, al rientro dopo l’incidente a Indianapolis nel 1946, dimostrò di avere ancora la resistenza e la classe per lui abituali, anche se dovette fare fronte al surriscaldamento del motore nelle fasi finali: tra Parma e Brescia dovette fermarsi quattro volte per rabboccare l’acqua di raffreddamento. A Roma, Caracciola era passato in settima posizione, dietro le Ferrari ufficiali e la Jaguar C di Stirling Moss, ma aveva la missione di condurre una gara prudente. Primo a Roma fu Kling: il suo tempo era di 20 minuti inferiore a quello di Caracciola e staccava di oltre 6 minuti Piero Taruffi con la Ferrari meglio piazzata. È entrata nella leggenda la rimonta di Giovanni Bracco (Ferrari 250S Berlinetta Vignale, numero di gara 611) nella seconda parte della corsa, in particolare sugli Appennini. Recuperò i 12 minuti che a Roma lo separavano da Kling e arrivò vincitore a Brescia precedendo Kling di 4’32”. Caracciola fu quarto a 38’40”.

La seconda gara, Preis von Bern für Sportwagen, fu una passeggiata. Si trattava di una gara di contorno al GP di Svizzera F1, a fronte di una debolissima opposizione. Furono schierate 4 vetture, per la prima e unica volta dipinte in colori diversi dall’argento. La “passeggiata” fu rovinata dall’incidente di Rudolf Caracciola che al tredicesimo giro sbagliò una curva schiantandosi contro un albero con la sua 300SL telaio 05/52, (numero di gara 16) di colore rosso scuro. Ne uscì con una grave frattura alla gamba sinistra (l’unica sana), che lo obbligò a chiudere con le corse. Vinse Kling (con il telaio 04/52, già utilizzato nelle Mille Miglia, numero 18, di colore verde. Lang (03/52, numero 20, colore blu) fu secondo a 38” e Fritz Riess (1922-1991) terminò terzo a 1 giro. Quest’ultimo guidava la 06/52, al debutto in corsa, primo esemplare con le nuove portiere abbassate, colore argento, numero di gara 22.

In preparazione per le 24 Ore di Le Mans, durante le prove di aprile, venne sperimentato un freno aerodinamico montato sopra la vettura e azionato dal pilota prima delle curve. Il sistema si rivelò inadatto agli sforzi imposti dalla velocità e non venne utilizzato in corsa.
Per la gara di giugno vennero schierate tre vetture “normali”, nuove:

• 07/52 per Hermann Lang-Fritz Riess, numero 21, banda blu.
• 08/52 per Karl Kling-Hans Klenk (1919-2009), numero 22, banda verde.
• 09/52 per Theo Helfrich (1913-1978)-Helmut Niedermayr (1915-1985) numero di gara 20, banda rossa sul frontale.

Inoltre, la 06/52 venne iscritta quale riserva con il numero di gara 22. I motori erano stati preparati a 166-169 CV a 5.100 giri/min in quanto si era constatato nelle prove che la benzina disponibile a Le Mans era di cattiva qualità. Vennero mantenute le ruote da 15” e fu un errore che provocò il consumo anomalo dei pneumatici Continental, obbligando tutte le Mercedes a soste più frequenti di quanto programmato. Un più economico consumo di carburante e pneumatici portò al comando la Talbot-Lago T26 4,5 litri di Pierre Bouillon. La Mercedes perse all’ottava ora la vettura di Kling-Klenk per un guasto alla dinamo: unico ritiro per cause tecniche in tutto l’anno. Helfrich-Niedermayr erano stabilmente in terza posizione dalla ventesima ora, dietro Lang-Riess, ma la strategia per una gara sempre in testa era stata rovinata dai problemi alle gomme: le Mercedes non avevano più speranze di vittoria. Proprio all’ultima ora, Levegh fece un fuori-giri e si dovette fermare: l’errore era dovuto a stanchezza in quanto aveva guidato da solo fin dalla partenza. Le Mercedes si ritrovarono così al comando con LangRiess e conclusero nelle prime due posizioni, staccando di oltre 200 km i terzi classificati.
Non fu una vittoria regalata perché venne battuto di ben 122 km il record della corsa, stabilito l’anno prima dalla Jaguar C di Walker-Whitehead. La concorrenza era fortissima: Jaguar, Ferrari, Cunningham, Gordini, Talbot, ma nessuno aveva retto il ritmo delle Mercedes e della Talbot.

In confronto alle 24 Ore di Le Mans, la quarta gara dell’anno fu una facile esibizione in una corsetta dal nome altisonante, Gross Jubiläumspreis für Sportwagen, organizzata il 2 agosto per solennizzare i 25 anni dall’apertura del circuito del Nürburgring. Vennero schierate 4 vetture, tutte spyder: tre trasformate dai coupé con un risparmio di peso di circa 110 kg e una, nuova (telaio 10/52) costruita spyder passo corto. In prova, guidato da Kling, lo spyder passo corto montò un motore  sovralimentato da un compressore Roots. Le vetture erano tutte dipinte in argento e vennero rifinite con triangoli rovesciati colorati sotto i fari per il riconoscimento
• Numero di gara 21 blu, telaio 07/52 per Hermann Lang, primo in 1.45’09”2 media 129 km/h
• Numero 24 nero, telaio 10/52 passo corto per Karl Kling, secondo a 1'1”9.
• Numero 22 rosso, telaio 09/52 per Fritz Riess, terzo a 4’27”1.
• Numero 23 verde, telaio 06/52 per Theo Helfrich quarto a 12’20”02.

Il distacco del quarto dimostra che dopo le Mercedes ci fu il vuoto. Archiviata l’esibizione in patria, l’ultimo appuntamento dell’anno fu alla Carrera Panamericana, terza edizione, attraverso tutto il Messico. Questa corsa non era nei programmi iniziali del Rennabteilung, ma vi entrò per la richiesta del rappresentante commerciale in Messico, che vedeva un forte ritorno di immagine per le vetture di serie nell’intero mercato nordamericano. La spedizione venne preparata come d’abitudine: 35 persone nella squadra; sbarco in Messico il 22 ottobre con due coupè (05/52 e 08/52) e due spyder (07/52 e 09/52) oltre a due berline 300 preparate per le ricognizioni. Lo spyder 07/52 fu assegnato a Gunther Molter, allora collaboratore esterno dell’ufficio stampa, per fungere da assistenza veloce. Serviva soprattutto a Molter per arrivare rapidamente ai traguardi di tappa e inviare il suo rapporto a Stoccarda e alla stampa tedesca. I motori erano stati alesati a 3.100 cc per 177 CV a 5.200 giri/minuto.

La Carrera si svolgeva in gran parte in quota, fino a 3.300 m, dove i motori perdevano potenza. Le 300SL erano state così assegnate:
• Numero di gara 3, triangoli blu attorno ai fari, telaio 05/52: Lang-Grupp.
• Numero 4, triangoli verdi, telaio 08/52: Kling-Klenk.
• Numero 6 triangoli bianchi, spyder telaio 09/52: John Ficht (1917)-Geiger.

Partirono in 92, tra i quali il meglio dell’Europa (Ferrari, Gordini, Lancia) e degli USA, da Tuxtla Gutierrez, al confine sud del Messico. Nella prima tappa, 530 km di montagna fino a Oaxaca, l’auto di Kling ebbe un incontro troppo ravvicinato con un avvoltoio, che spezzò il parabrezza e ferì, se pure non gravemente, il pilota. Dall’arrivo di quella tappa, davanti ai parabrezza vennero fissate barre metalliche a protezione dei piloti. Nelle prime tappe, le Mercedes si piazzarono dietro la Gordini di Jean Behra e le Ferrari di Giovanni Bracco e Gigi Villoresi. Finite le montagne, la superiorità aerodinamica delle 300SL iniziò a pagare in termini di maggior velocità: Kling, il terzo giorno, vinse la tappa Leon-Durango, seguito da Lang. Anche le tappe successive furono vinte da Kling, che segnò la media di 213,7 km/h nell’ultima, da Chiuahua al traguardo di Ciudad Juarez, confine con il Texas. Ficht andò ancora più veloce, ma era stato già squalificato per avere percorso qualche centinaio di metri in direzione contraria alla corsa. Vinsero Kling-Klenk, alla media di 165km/h. Lang-Grupp furono secondi mentre Chinetti-Lucas risultarono i migliori tra i piloti Ferrari, in gara con una 340 telaio 0222AT. Si chiudeva così la breve e intensa stagione agonistica della Wagen 194. Degli 11 esemplari costruiti, cinque appartengono oggi al Museo Mercedes, il prototipo 01 è stato distrutto così come l’esemplare 010, tre sono proprietà di collezionisti privati, la sorte dell’esemplare 03 è ignota.

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