lunedì 27 febbraio 2017

Aston Martin Tipo A "Red Dragon"


Nonostante fosse una vettura molto amata dai gentlemen driver, e molto competitiva in pista, lo svantaggio principale di questa piccola Aston Martin era il prezzo, tra i più costosi dell'epoca per un auto di soli  1,5 litri di cilindrata. Per  rendere la vettura più commerciabile, l’Aston Martin, portò il motore a 1949cc e per l'edizione del 1936 della 24 Ore di Le Mans si impegnò a realizzare 30 telai come richiedeva il regolamento. Quell’anno, tuttavia, la gara venne annullata, le vetture vennero  rapidamente vendute, e mai ufficialmente hanno preso parte alle competizioni. L’Aston Martin si ritirò dalle corse. Molti di questi telai, realizzati per soddisfare i requisiti di omologazione della gara francese, furono convertiti per altre esigenze, e carrozzati con diversi stili per rispettare i vari regolamenti di altre gare.

L’auto di questa illustrazione, è una delle sei tipo A 2/4 costruita nel 1936. Restaurata da Ecurie Bertelli nel 2005, sembra essere l’unica sopravvissuta (telaio DGO 486).

Nota come 'Red Dragon', vanta una lunga storia nelle corse. Si tratta di un esemplare con carrozzeria di Harry Bertelli realizzato per Dick Seaman nel 1936, venduta l’anno seguente all’olandese Eddy Hertzberger per competere nella Mille Miglia e a Le Mans (con carrozzeria modificata). Ulteriori modifiche alla vettura sono state apportate tra il 1947 e il 1950, sotto la proprietà di Dudley Folland (terzo alla 12 ore a Montlhery, e ritirato alla 24 ore di Spa per incidente). Quando Folland modificò nuovamente la sua Aston Martin per la gara di Le Mans del 1949, la vettura sopranominata 'Red Dragon' appariva sorprendentemente simile alla Ferrari 166 Spyder Corsa che l’aveva battuto per due volte.

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