L’Alfa Romeo Tipo C, è stata progettata per essere in grado
di accogliere due diversi motori: un 8 cilindri in linea di 3822cc (8C35) o un V12
di 4064cc (12C36).
Come la P3, anche la Tipo C aveva un telaio realizzato in elementi
scatolati a C, ma con un passo leggermente allungato e portato a 2,75 m . Le sospensioni erano
tutte indipendenti, con quella posteriore che era essenzialmente una copia dei
disegni tedeschi del tempo.
Progettata da Jano, avrebbe dovuto montare il V12 fin dall'inizio,
ma a causa dei ritardi nello sviluppo di questo motore, si installò l’otto
cilindri in linea da 330CV per le prime corse della stagione. Il debutto a
Monza nel 1935 si concluse con un secondo posto dietro l’Auto Union
Nel 1936 le vetture tedesche erano più veloci che mai e
anche l'introduzione del V12 non era sufficiente per rendere le vetture
competitive. Il V12 erogava 370CV, mentre la Mercedes disponeva di 490 CV e l’Auto
Union ben 520 CV.
L’anno successivo, il
V12 arrivò a 430 CV, ma era ancora ben al di sotto dei livelli di potenza delle
vetture tedesche e in qualche caso, le Alfa vennero battute anche da vetture
più vecchie. Al gran premio d’Italia a Livorno, Nuvolari era così demoralizzato
che cedette la vettura al compagno di squadra Farina nonostante avesse segnato
il miglior tempo sul giro.
L'auto di questa illustrazione è una 8C Tipo C-35 del 1935, portata
in gara da Tazio Nuvolari per la scuderia Ferrari.
Con il telaio numero 50013, è l'unico esemplare di questo
tipo ancora esistente.
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